Friday 8 May 2009

I'm not here to say "please".
I'm here to tell you what to do.
And if self-preservation is an instinct you possess, you better fucking do it and do it quick.
I'm here to help.
If my help's not appreciated, lots of luck, gentlemen.

Friday 24 April 2009

Beh quale migliore occasione per riprendere in mano questo blog e ricominciare a scrivere qualche parola?

Key West - 7.30 a.m.

Un gallo inferocito mi ha svegliato un paio d'ore fa. In realta' non si puo' dire che canti: piuttosto si lamenta ininterrottamente come se lo stessero torturando. I'm gonna kill that sonofabitch!

Mi sto sparando Johnny Cash a tutto volume nelle cuffie per non sentire il gallo, e devo dire che ci sta proprio il vecchio Cash in una dirty room at the Rancho Motel.

Adesso s'e' svegliato anche Denis.

Vado a fare la doccia.

Tip of the day: questi sono i luoghi piĆ¹ vicini al Texas orientale che io abbia mai visitato. (Who cares?)

Thursday 8 January 2009

Quindi, alla fine, sono seduto di nuovo in uno di questi treni della Amtrak, con il riscaldamento sparato a tutta birra che ci saranno 70 gradi (F).
Visita veloce a Washington battuta dalla pioggia, presi a schiaffi da un vento gelido.
Lo so che non ci si crede, ma ad un certo punto abbiamo avvertito strani movimenti nei pressi di Penn Ave.: auto della polizia oltre il gia' alto tasso medio della Capitale, uomini in impermeabile e auricolare a passeggio senza ombrello sotto il diluvio. Un'auto della polizia che ad un isolato da noi si mette di traverso e blocca il traffico. Sopraggiunge un altro polizziotto in motocicletta e ci invita ("hey folks, hurry up") ad attraversare la strada e a toglierci dai cosiddetti. Ci fermiamo sotto l'alto porticato di una banca, un'isolato più in la'. Ci raggiunge e ci supera uno dei Jon Doe in impermeabile (completamente pelato, completo scuro e impermeabile nero, gronda pioggia da tutte le parti, ma si muove con la nonchalange di un impiegato di banca in anticipo sull'orario d'ufficio). Sirene in lontananza, anzi, no, si stanno avvicinando.
Due motociclette della polizia, a sirene spiegate e velocita' non proprio cittadina voltano l'angolo e si dirigono verso di noi. Quattro fuoristrada neri, coi vetri oscurati, procedono in formazione occupando l'intera carreggiata, due davanti e due dietro ad una Lincoln nera priva di contrassegni e coi finestrini oscurati. Un quinto fuoristrada chiude la carovana con il portellone posteriore aperto. Alcuni passanti vicino a noi sorridono.
I dubbi sono pochi: si fosse trattato del vecchio bastardo di W, l'auto avrebbe avuto tanto di sigillo presidenziale e bandierine. Per un senatore qualunque lo zio Sam non penso muova la cavalleria, in una Washington gia' cosi' pesantemente blindata... Chi rimane all'appello? The President-Elect, mr. Obama.

Perfortuna il Predicatore e' sceso a Baltimore. Nei sedili accanto ai nostri, oltre il corridoio, erano seduti due tizi: lui in camicia bianca, gilet di lana nero, jeans e scarpe di lacca nere, circa quarant'anni, bianco; lei nera sulla trentina, carina ma non appariscente, a parte la capigliatura curata e delle unghie da pantera (french rulez!). Bene, lui o era un predicatore battista in libera uscita, o un venditore di auto usate (di dubbia provenienza). Ha continuato a parlare -ininterrottamente- da quando si e' seduto a quando e' sceso dal cazzo di treno.
Le ha parlato talmente tanto da metterla incinta: alzandosi per scendere lei ha messo in mostra un bel pancino, tipo, che so? roba da quarto mese, che prima non avea di certo. Cose da pazzi!

Anche i parchi di Washington, in particolare lungo the Mall, sono abitati, come i parchi di New York, da allegri scoiattoli grigi.
Ora, lo so, pochi capiranno (forse nessuno), ma mi piscio addosso dal ridere ad immaginarmi uno di questi piccoli teneri giocosi squirrel che, in preda ad un attacco di rabbia, con la bava alla bocca ed emettendo un verso acuto e terribile, se ne esce da dietro un albero e saltandomi addosso mi azzanna ad un braccio. Sono deficiente, ma e' una scena esilarante.
Non mi piacerebbe pero' svegliarmi in un ospedale 'mericano con quelle stupide camicie da notte aperte dietro, e il problema di vedere se m'hanno venduto un'assicurazione sanitaria seria o se m'hanno rifilato un bidone!

[NOTA: le ultime due considerazioni che ho scritto, persone poco educate le definirebbero due "stronzate", non pregiudichino quanto narrato riguardo all'avvistamento del presunto Obama: narrazione che corrisponde in tutto e per tutto, e con assoluta fedelta', alla realta' fattuale cui sono stato testimone oculare.]

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Wednesday 7 January 2009

Ore 7.05 AM
Treno in partenza per Washington, DC.
La carrozza assomiglia alla prima classe di un aereo con percorrenze di medio raggio. Sedili ampi, reclinabili e con tavolinetto richiudibile posto dietro lo schienale del sedile davanti a Voi.
Mi si chiudono gli occhi, ma e' una rara occasione per scrivere qualcosa, e non voglio perderla.
Giornate piene, fitte, tirate e anche un po' stancanti. [Nel frattempo il treno e' partito, perfettamente in orario, spaccando il secondo] Sveglia alle otto, ma orologio biologico che mi butta giu' dal letto non dopo le sette e mezza, doccia, colazione e via.
Abbiamo fatto ottimo e abbondante uso della Subway: comoda, economica, veloce, relativamente pulita e apparentemente sicura.
Il treno ha lasciato Penn Station, ma e' ancora buio e l'unica cosa che riesco a vedere dal finestrino sono i fari delle auto su una qualche autostrada in un'alba piovosa e fredda.
Giornate, dicevo, troppo intense per potersi dedicare alla lettura di un libro, del giornale o a scrivere quattro pensieri che mi frullano in testa. Davanti ad un piattone pieno di tutto, con una fame da lupi, come si puo' dedicarsi ad altro? Be', la sensazione e' un po' questa: ho davanti a me un ombelico di questo mondo balordo: la possibiilia' di fare vedere sentire assaggiare tutto, da dove comincio? In ogni caso non vorrei fermarmi mai...

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Tuesday 6 January 2009

La dispepsia notturna puo' favorie i fenomeni onirici.


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