Friday 5 December 2008

la notte scorsa ho dormito come un bimbo.
mi sono messo sotto il piumone molto presto, e non sono riuscito a leggere per più di mezz'ora.
ho chiuso gli occhi e dormito ininterrottamente fino alle sei meno un quarto: mi ha svegliato l'allarme della stufa che era andata in blocco. mi sono alzato per riavviarla.
sentivo i muscoli tonici e sciolti. la mente leggera.
la neve scendeva sottile e veloce, attecchendo facilmente al suolo ghiacciato. silenzio e pace.
sono tornato a letto con ancora tanta volgia di dormire.

ho sognato tanto. non ricordo cosa di preciso: sensazioni familiari, quiete.

mentre mi facevo la doccia m'è venuto in mente l'ultimo romanzo di carofiglio che ho letto: il passato è una terra straniera. o, meglio, m'è venuto in mente il titolo del libro. c'entra niente il romanzo. ho pensato solo che il passato è la nostra terra. e se questa terra è straniera è un problema.
una volta, parlando con walter, eravamo arrivati a definire l'io come il prodotto delle esperienze: sono quello che ho fatto, pensato, visto: vissuto.
allora il passato è dentro di noi, è la terra che calpestiamo. background. è finito, ma comunque attiguo al presente. è causa, motivo, ragione dell'oggi. e l'oggi del domani.

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