Wednesday 7 January 2009

Ore 7.05 AM
Treno in partenza per Washington, DC.
La carrozza assomiglia alla prima classe di un aereo con percorrenze di medio raggio. Sedili ampi, reclinabili e con tavolinetto richiudibile posto dietro lo schienale del sedile davanti a Voi.
Mi si chiudono gli occhi, ma e' una rara occasione per scrivere qualcosa, e non voglio perderla.
Giornate piene, fitte, tirate e anche un po' stancanti. [Nel frattempo il treno e' partito, perfettamente in orario, spaccando il secondo] Sveglia alle otto, ma orologio biologico che mi butta giu' dal letto non dopo le sette e mezza, doccia, colazione e via.
Abbiamo fatto ottimo e abbondante uso della Subway: comoda, economica, veloce, relativamente pulita e apparentemente sicura.
Il treno ha lasciato Penn Station, ma e' ancora buio e l'unica cosa che riesco a vedere dal finestrino sono i fari delle auto su una qualche autostrada in un'alba piovosa e fredda.
Giornate, dicevo, troppo intense per potersi dedicare alla lettura di un libro, del giornale o a scrivere quattro pensieri che mi frullano in testa. Davanti ad un piattone pieno di tutto, con una fame da lupi, come si puo' dedicarsi ad altro? Be', la sensazione e' un po' questa: ho davanti a me un ombelico di questo mondo balordo: la possibiilia' di fare vedere sentire assaggiare tutto, da dove comincio? In ogni caso non vorrei fermarmi mai...

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